Nell’involucro esterno, ricco di particolari in pasta vitrea con colori saturi lucidati a spessore, sono accoppiati un cartoncino dorato e una carta d’oro lamina per riprodurre un moderno sarcofago. Preziosità dei materiali, magnificenza del segno grafico, maestria delle lavorazioni delle vernici spessorate e dei rilievi, curati nei minimi dettagli, lasciano presagire che si stia celando qualcosa di straordinario. Sfilando l’anello di corda, che riproduce la chiusura con sigillo del sarcofago, l’involucro si apre a raggera e diventa una scintillante cascata di geroglifici su base oro.
Un primo pettorale coordinato, tempestato di perle blu-azzurre, copre la spalla della bottiglia. Una volta levato, ecco il vero outfit: un pettorale prezioso nella sua sobrietà, abbinato a un’etichetta elegante, eco del periodo egizio. Passato e presente si fondono in due carte sovrapposte. L’una più scura, con innovativa fustellatura digitale, ricorda la sabbia del deserto che custodiva il tesoro, l’altra più chiara richiama il lino su cui l’archeologo britannico Howard Carter disegnò la mappa dei sacrari. I fiori in lamina dorata su embossing rimandano al drappo di lino, posto tra il primo e il secondo sacrario, a simboleggiare il cielo stellato sopra il faraone.
