Uno dei trend più evidenti per il luxury packaging dei settori fashion, beauty, jewelry, fine food, wine & spirits, visto a Packaging Première 2023, è stato il ruolo del design generativo basato sugli algoritmi dell’intelligenza artificiale.
Immagine con un’etichetta generata dall’Intelligenza Artificiale. Foto: Pixabay.

Immagine con un’etichetta generata dall’Intelligenza Artificiale. Foto: Pixabay.

AI, una tendenza a Packaging Première.

L’intelligenza artificiale, con le sue innumerevoli potenzialità ancora da testare nella loro ampiezza, è una delle tendenze, a nostro avviso, dell’edizione 2023 di Packaging Première e PCD Milan. E poiché si tratta proprio dell’esposizione in grado di delineare il futuro del luxury packaging per i settori fashion, beauty, jewelry, fine food, wine & spirits – quest’anno ha coinvolto oltre 300 espositori e attratto più di 7.850 visitatori –, vogliamo evidenziare alcuni elementi a supporto della nostra percezione. Per iniziare, nell’interessante palinsesto di 18 conferenze di approfondimento proposte, diverse hanno trattato di intelligenza artificiale e Metaverso, oltre che di sostenibilità, altro trend di mercato.

Sono lontani i tempi in cui il QR code pareva avveniristico! Lascia oggi spazio a opzioni ben più elaborate, pur mantenendo i suoi pregi, come l’abilità di ampliare a dismisura i contenuti delle etichette, a parità di pulizia del loro design, o di attivare sistemi anticontraffazione con cui il cliente verifica l’autenticità di un prodotto, poiché ogni QR code stampato è univoco, e il produttore monitora la sua distribuzione e vendita anche in funzione anti-frode.

Sono sufficienti meno di 45 minuti per realizzare straordinari progetti di packaging con l’intelligenza artificiale, come abbiamo scoperto nella conferenza di Evelio Mattos.

Fra le conferenze, spiccava quella tenuta da Evelio Mattos, un’autorità internazionale nel campo del packaging design, pronto a commentare alcuni dei progetti di packaging più innovativi. Questi erano frutto di un percorso compiuto dall’intelligenza artificiale, con la sua incommensurabile capacità di elaborazione dei dati e la sua conseguente abilità di apprendimento automatico per dar vita a prodotti unici. C’è una precisazione importante da fare in proposito: il packaging di lusso, progettato con l’intelligenza artificiale, pare sarà solo un assaggio di ciò che potrebbe riservarci il futuro. Sarà tutto da vedere e costruire!

Con il QR code e la sua app, disponibile per ogni smartphone, possono essere veicolate moltissime informazioni.

Con il QR code e la sua app, disponibile per ogni smartphone, possono essere veicolate moltissime informazioni.

Evelio Mattos

È il direttore creativo dell’area Packaging presso IDPDirect.com e il produttore del popolare podcast Packaging Unboxd, dedicato alle sue riflessioni su design, sostenibilità e nuovi materiali. Consulente in vari organismi di settore, docente in svariate università nel mondo in corsi incentrati sull’uso dell’intelligenza artificiale per sviluppare packaging di successo, ha lavorato per brand come Jacobs, Sephora, Tiffany & Co., Tesla, Sonos, Google e Nespresso.

Come funziona l’AI?

L’intelligenza artificiale elabora una mole incredibile di dati simultaneamente e può imparare da ciò che assimila (senza dimenticare nulla). Nel campo del packaging, dunque, un’azienda la potrebbe utilizzare per capire come i decisori di acquisto si comportino nel loro settore e, più specificatamente, rispetto ai prodotti aziendali. Per farlo, potrà sfruttare l’AI così da raccogliere informazioni sui propri clienti, per esempio le loro preferenze oppure quando acquistino e quanto spesso. Il passaggio successivo sarà chiedere all’AI di analizzare i dati accumulati e mettere in evidenza i ricorsi più interessanti e quelli insignificanti, destinati a essere tralasciati.

Addio ai designer umani con l’intelligenza artificiale? La sfida è aperta!

A partire dalle informazioni raccolte, sarà possibile ricorrere al design generativo per creare packaging davvero efficaci perché ideati su misura per specifici dati demografici o segmenti di clientela. La loro progettazione sarà realizzata tramite – verrebbe anche da dire “da” al posto di “tramite” – gli algoritmi di intelligenza artificiale, che produrranno centinaia o addirittura migliaia di opzioni in un batter d’occhio sulla base di un insieme di parametri o vincoli precedentemente forniti loro. In questo modo, il processo creativo diventa rapido ed efficiente, in grado persino di esplorare forme, colori e modelli prima nemmeno mai considerati.

L’AI permette di sveltire in modo incredibile il lavoro dei designer. Foto: Pexels.

L’AI permette di sveltire in modo incredibile il lavoro dei designer. Foto: Pexels.

L’AI necessita della guida del designer, un artigiano competente con una insostituibile sensibilità umana. Foto: Pexels

L’AI necessita della guida del designer, un artigiano competente con una insostituibile sensibilità umana. Foto: Pexels

A favore dell’essere umano

Nella progettazione del packaging, la sfida dell’intelligenza artificiale ai designer in carne e ossa è stata di certo ormai lanciata. A nostro avviso, però, ci sono aspetti che non possono essere uguagliati dalle macchine e che ci fanno propendere a ritenere che il designer umano rimarrà fra noi, almeno per un bel po’ ancora.

Prima di tutto, le informazioni necessarie per addestrare l’intelligenza artificiale sono inserite da umani e sono questi ultimi che devono verificare che siano sufficientemente diversificate e inclusive perché possano produrre dati significativi. È poi essenziale testare sempre i risultati ottenuti per assicurarsi che “funzionino” e non aprano a stereotipi dannosi. Questi due passaggi richiedono una sensibilità umana e un certo numero di ripetizioni per affinare i risultati in un’ottica di perfezionamento continuo.

L’elemento essenziale però è che l’AI è priva di quel connubio di pensiero creativo ed esperienza sul campo dell’essere umano. Quest’ultimo sarà agevolato in termini di accuratezza dei risultati e di risparmio di tempo e risorse dal servizio svolto dagli algoritmi, ma avrà ancora il compito di perfezionare e personalizzare con le proprie capacità emotive e di narrazione i progetti generati dall’intelligenza artificiale.

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