Le etichette alimentari sono spesso un condensato di maestria perché in pochi centimetri quadrati hanno il compito di condensare una gran varietà di messaggi emozionali per attirare l’attenzione del potenziale cliente, mentre trasmettono anche tutte le informazioni tecniche previste per legge. Un caso esemplare? Quello delle etichette per le spezie e gli insaporitori Cannamela che stampiamo da anni con reciproca soddisfazione.
Un progetto della nostra Curiosity Italia per un'etichetta alimentare comunicativa.

Un progetto della nostra Curiosity Italia per un'etichetta alimentare comunicativa.

Da barriera protettiva a strumento di marketing.

Nel mondo dell’alimentazione, il packaging non è più solo una barriera protettiva. È diventato un vero e proprio strumento di marketing, in grado di raccontare un prodotto e i suoi valori, ancor prima che venga assaggiato. Le etichette per prodotti alimentari, in particolare, sono oggi uno dei primi punti di contatto tra brand e consumatore, e ne influenzano in modo diretto la percezione e la scelta d’acquisto.

Le persone vogliono sapere che tipo di prodotto stanno acquistando, da dove viene, come è stato realizzato. Vogliono sentirsi parte di una storia autentica, anche attraverso il design. E tutto questo passa, in gran parte, da una buona etichetta. Ciò accade in particolare tra i consumatori più giovani che sono estremamente sensibili a ciò che mangiano, a una dieta sana, naturale, bilanciata, più attenti alla qualità che alla quantità. Condizioni come la celiachia o scelte come il vegetarianismo o il veganismo hanno indotto l’industria food a sviluppare linee ad hoc che devono essere immediatamente riconoscibili a scaffale attraverso il packaging oltre che comunicare le numerose informazioni tecnico-scientifiche.

Ora più che mai, i consumatori cercano trasparenza, sostenibilità e un’estetica coinvolgente. Sono valori trasferiti a colpo d’occhio e in modo spesso inconscio innanzitutto da un’etichetta ben progettata.

Funzione e comunicazione: le caratteristiche di una buona etichetta alimentare.

Una buona etichetta alimentare dura nel tempo con un aspetto inalterato, resistente a condizioni particolari come umidità e temperature estreme, sia calde sia fredde, e svolge una missione duplice, informare e comunicare.

  • Informare in modo chiaro e leggibile: ingredienti, origine delle materie prime, data di scadenza, modalità di conservazione sono dati essenziali per un consumo consapevole.
  • Comunicare valori: qualità, artigianalità, rispetto della filiera, naturalità… Ogni elemento grafico, dal font al colore, dal layout al logo, per essere efficace parla il linguaggio del brand.

Ciò è necessario in ogni punto di contatto con il cliente in una modalità di comunicazione integrata rispetto alla storia raccontata per il singolo prodotto.
È coinvolto, quindi, anche il packaging che può avere i supporti più diversi, dai barattolini alle bustine, dai flaconi ai contenitori flessibili e di conseguenza richiede etichette adattate a tutti i formati. Il risultato sarà di qualità quando il processo è svolto con coerenza sui vari mezzi utilizzati per comunicare e con un approccio attento alla cura dell’impatto.

Una buona etichetta alimentare dev'essere curata in ogni minimo dettaglio.

Una buona etichetta alimentare dev'essere curata in ogni minimo dettaglio.

Etichette sicure e certificate per il contatto con gli alimenti.

Etichette sicure e certificate per il contatto con gli alimenti.

Le certificazioni per etichette alimentari.

Un’etichetta alimentare oltre a far parte di una barriera protettiva ed essere un importante strumento di marketing, di sovente assolve a richieste previste per legge. Deve, infatti, essere certificata idonea al contatto con alimenti nei seguenti casi:

  • contatto diretto con l’alimento, come per esempio per le etichette poste all’interno della confezione, per gli sticker applicati su frutta o verdura sfuse (es. adesivi su mele, banane, zucche), etichette su vaschette o imballaggi in carta, cartone o plastica monostrato senza barriera rispetto all’alimento, come sono i coperchi trasparenti delle insalate pronte (N.B. “senza barriera” fa riferimento al fatto che non proteggono il cibo da fattori esterni come umidità, ossigeno o luce)
  • rischio di migrazione di sostanze chimiche anche se non a contatto diretto, come potrebbe verificarsi qualora il materiale dell’etichetta (film plastico, inchiostro, adesivo) rilasciasse sostanze che potrebbero penetrare nel cibo

La certificazione di conformità si applica ad alcuni componenti per garantire la loro sicurezza rispetto alla salute. Riguarda inchiostri low migration e adatti al contatto alimentare, soprattutto se usati in superficie interna, adesivi certificati idonei “food contact” e supporti come carta o film plastici realizzati con materiali conformi.

La certificazione alimentare non è necessaria, invece, per le etichette applicate esternamente a imballi barriera (es. bottiglie, scatole, vaschette, sacchetti chiusi) perché essi impediscono con certezza ogni contatto diretto o possibilità di migrazione. Naturalmente, anche in questi casi, i materiali devono comunque rispettare le norme generali di sicurezza chimica e ambientale, ma non servono certificazioni alimentari specifiche.

Cannamela: la qualità passa dall’etichetta.

Cannamela è un nome storico dell’alimentazione italiana, punto di riferimento per spezie e insaporitori, un brand che ha fatto della qualità e della riconoscibilità i suoi punti di forza e con il quale da anni collaboriamo per la stampa delle etichette. È una grande responsabilità, ma anche un motivo d’orgoglio perché sappiamo che così Tonutti Tecniche Grafiche dà il suo contributo all’immagine di un prodotto molto amato dagli italiani.

In generale, le sfide delle etichette e del packaging nel mondo delle spezie sono:

  • spazi ridotti perciò ogni centimetro dell’etichetta va ottimizzato, senza sacrificare chiarezza e appeal
  • visibilità a scaffale perché il prodotto possa distinguersi in un contesto competitivo ed essere subito individuato dai consumatori
  • ottima conservazione degli aromi, richiesta per mantenere intatta la freschezza delle spezie

Collaboriamo con Cannamela nella stampa delle etichette con un’attenzione meticolosa alla fedeltà cromatica, alla resistenza degli inchiostri e alla cura del dettaglio.

Etichette Cannamela: precisione, qualità e sostenibilità in pochi centimetri.

Etichette Cannamela: precisione, qualità e sostenibilità in pochi centimetri.

L’etichetta è un piccolo spazio con un grande compito: condensare informazioni tecniche ed emozionali in pochi centimetri quadrati, mantenendo inalterato il suo aspetto, a dispetto di umidità e temperatura.

Il nostro operato, in generale, si estende sino all’innovazione e alla sostenibilità: lavoriamo fianco a fianco con i nostri clienti per trovare soluzioni sempre più efficienti, ecologiche e d’impatto. Interveniamo così sulla scelta dei materiali con proposte di alternative ecosostenibili, sui formati per renderli più efficienti, per esempio rimpicciolendoli e uniformandoli alla retroetichetta per far diminuire gli scarti. Suggeriamo, infine, di ottimizzare l’uso dei colori: meno sono, più i set-up di stampa (gli avviamenti) sono rapidi con il vantaggio di tempi di produzione e sprechi di inchiostro ridotti.

Certificazione per etichette alimentari a contatto con il cibo.

Nel settore food, è conosciuta come dichiarazione di conformità per i MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti) e garantisce che i materiali o gli oggetti – come imballaggi, utensili da cucina e, appunto, etichette – a contatto con il cibo siano conformi alle normative vigenti e sicuri. La certificazione, quindi, assicura che i MOCA non alterano la qualità degli alimenti, non rilasciano sostanze nocive che potrebbero contaminarli e perciò mantengono le caratteristiche di partenza del cibo, senza impatti sulla salute umana. La normativa principale da considerare è:

  1. il regolamento dell’Unione europea 1935/2004 che stabilisce i requisiti generali dei MOCA (non cedere componenti dannosi alla salute e non modificare le caratteristiche organolettiche dell’alimento)
  2. il regolamento dell’Unione europea 2023/2006, noto anche come Regolamento GMP (Good Manufacturing Practices), che stabilisce buone pratiche di fabbricazione per i MOCA affinché non possano trasferire sostanze nocive agli alimenti ed è dunque pensato a garanzia della sicurezza dei consumatori
  3. il regolamento dell’Unione europea 10 del 2011 che chiarisce i limiti consentiti di migrazione di alcune sostanze per i materiali plastici
  4. il decreto ministeriale del 21 marzo 1973 sulla disciplina igienica dei MOCA e successive modifiche e integrazioni con la normativa europea

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